Il De Cive di Hobbes si apre con l’ambizione, destinata a ribaltare la visione aristoteli- co-tomista, di costruire una vera e propria “scienza” del diritto e della politica, una disciplina cui si dà il nome di scientia civilis, priva di un fondamento nella conoscenza della natura delle cose. Cosa comporta “prendere sul serio” un tale progetto? Anzitutto, capire cosa sia e su quali basi poggi quel sapere scientifico che, per il filosofo, trova nella geometria la sua forma paradigmatica. Il libro, evidenziando le criticità del fenomenismo e del nominalismo hobbesiani, si propone dunque di decodificare la trama antimetafisica dell’ordine virtuale, tutto moderno, che è lecito denominare geometria politico-legale.