Memoria e dignità rappresentano il filo conduttore di questo libro che trasmette, in ogni riga, un sentimento di serenità che si radica profondamente nei semplici valori di quel mondo rurale che ha nella famiglia il suo elemento portante.
Il libro di Eduardo Ferri è una raccolta di racconti e rappresenta un mirabile tentativo di conservare la memoria si sé, di un popolo e di una cultura che rischiano, nel vortice della società attuale, di scomparire, provando le nuove generazioni di un pezzo della nostra identità.
I racconti ci guidano all’interno di un mondo rurale e contadino in cui il lento procedere del tempo è scandito da immagini vivide, come la processione dei contadini e dei loro asini che, alle prime luci dell’alba, lasciano il paese e, al tramonto, ritornano portando nel sudore del loro lavoro ciò che basta per vivere.
E’ un quadro di grande dignità quello che si delinea attraverso i ricordi del piccolo Iuccio che, attraverso il suo sguardo infantile, illustra i riti della sua famiglia e della sua gente.
Particolarmente suggestiva è la rituale uccisione del maiale che rappresenta uno dei momenti più importanti nella vita familiare e paesana.
Questi racconti costituiscono, nel loro insieme, un sintetico, informato ed efficace saggio di storia e interpretazione della cosiddetta “cultura contadina”. Ed è in tale cornice che si iscrive l’itinerario personale dell’Autore, dalla sua infanzia ad oggi, al suo lavoro di psichiatra, a questa impresa fatta di studio serio, intenso lavoro sul campo e compassione umana.
