La Historia destructionis Troiae di Guido delle Colonne racconta la leggenda di Troia nel suo intero svolgimento, dalle cause remote ai successivi viaggi degli eroi sopravvissuti, in un’elegante prosa latina, qui presentata con traduzione italiana a fronte e preceduta da un’ampia introduzione che ne illustra i diversi aspetti e le non poche peculiarità. L’opera, che riprende elementi di contenuto e di linguaggio da vari autori latini – in primis Virgilio e Ovidio – ma che segue più da vicino la versione dei fatti “innovativa” e dissacrante divulgata dapprima dai misteriosi testi tardoantichi attribuiti a Ditti Cretese e Darete Frigio, poi dal Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure, si presenta come una vera e propria summa di cultura antica e medioevale, comprendente anche nozioni scientifiche (o pseudo-scientifiche) – per esempio, di astronomia e mineralogia – e non priva di spunti morali e pedagogici che richiamano un sistema di valori vicino al Cristianesimo. Un ulteriore motivo di interesse è l’attualizzazione, che accosta Troia e la sua vita sociale a una città medioevale, tratteggiandone una descrizione vivace e vibrante. L’opera, che ha goduto di ampia diffusione e notevole prestigio nel Medioevo e nella prima età moderna, è poi caduta nell’oblio, al punto da essere oggi sconosciuta al grande pubblico, nonostante il suo innegabile valore narrativo e documentario.