Il tema di questo volume è affrontato alla luce degli interessi teoretici dell’autore, saggiando innanzitutto le posizioni dei classici privilegiati (in primis Socrate e Platone) in sé e per sé, per poi esaminare le ragioni dell’assimilazione critica in Vico. Al centro è la questione delle origini del linguaggio che informa di sé corpo e mente. Irriducibile a veicolo tra res cogitans e res extensa, la parola indica una modalità dinamica di esistenza dell’uomo quale essere che, come suo primo atto di libertà, si avverte in relazione al divino. Collegate all’originaria «istoria di voce» sono l’esperienza e la pratica del mito cui è dedicata particolare attenzione anche in considerazione della fortuna diretta e indiretta del pensiero vichiano nella cultura del Novecento europeo.