Complice una madre distratta, che non vede bene dall’occhio sinistro, a sette anni M, invece che andare a scuola, viaggia ogni giorno per le polverose strade di un Cile di provincia, accompagnando D, il padre, nel suo lavoro di commesso viaggiatore di articoli di ferramenta. M e D lavorano in squadra.
La presenza della bambina, con le sue scarpe lustre, la valigetta di plastica e un talento precoce nell’intercettare le debolezze altrui, impietosisce i clienti e fa aumentare le vendite di chiodi, martelli, seghetti e viti. D non è granché come padre, ma si rivela un eccellente datore di lavoro e in questi viaggi M inizia a costruire il proprio inventario del mondo, usando gli oggetti quotidiani come mezzo per comprendere la realtà. Fino al giorno in cui i vari elementi che le girano attorno - il passato della madre, D e il suo codice d’onore, i fantasmi di E, la fiducia nell’opera del Grande Falegname e i tempi che corrono - invece che incrociarsi e proseguire ognuno per la propria strada, la centrano in pieno.