La piccina dormiva ei viaggiatori si erano ammutoliti. Davanti a me la penna dello scrittore aveva fatto scorrere su un taccuino incurante dei sobbalzi della carrozza. Lo sguardo, illuminato da una luce interiore, è sollevato da tanto in tanto come per mettere un fuoco che ha pensato per svanire. La mano, in quell’attimo fuggevole, restava immobile, sospesa a mezz’aria, in attesa che le parole si componessero nella mente. La faccia aggrottata, le sopracciglia arcuate, le labbra carnose serrate: il miracolo creativo era in atto. Il Prometeo creatore passava in rassegna il flusso di emozioni e di immagini e la penna scorreva, graffiava il foglio con foga, con violenza quasi, ed io non sentivo più il rumore delle ruote sulla strada sterrata ma solo il graffio del pennino.”