Le storie raccontate in questo libro rappresentano uno spaccato della grande realtà quotidiana delle mafie. Le autrici hanno scelto di immergersi in una dimensione nuova, quella delle relazioni private e intime in cui “le piccole storie di donne e uomini” forniscono nuovi modi di leggere il fenomeno e di raccontarlo.
Partire dal piccolo, dalle passioni, dai sentimenti, dai desideri.
Una scelta precisa, quella di guardare e ascoltare, in una prospettiva di genere, le storie di uomini comuni che si innamorano di donne che non possono amare. Donne che non possono in nessun modo passare il confine della famiglia e della ’ndrangheta e che invece rompono il tabù dell’onore e della “dignitudine”, contro ogni logica, oltre il controllo mafioso totale e totalizzante.
Raccontare è anche fare memoria, e non è solo il monito del “non dimenticare” a fare la differenza. È un gesto politico quello di contribuire a decostruire l’immaginario mafioso legato all’onore, alla narrazione macro che descrivendo le grandi operazioni e i grandi traffici, non permette di considerare che di ’ndrangheta – ma anche di amore, di onore e di dignitudine – si muore.