Il De usu partium corporis humani di Giovan Battista Giraldi Cinthio, incompiuto e edito in frammenti, rappresenta la sfida di un medico del Rinascimento: scrivere un carme sul corpo umano per dimostrare i nessi tra poesia e medicina e le forti implicazioni filosofiche delle conoscenze scientifiche. L’interesse moderno per un’opera di questo tipo consiste nel Leitmotiv dell’eccezionalità dell’uomo che, attraverso ascendenze classiche, patristiche e umanistiche, lega senza soluzione di continuità la riflessione giovanile di Giraldi alla sua più matura produzione narrativa e drammaturgica, mettendo in luce aspetti ancora poco esplorati della sua attività.