Un romanzo avvincente, sullo sfondo di una Sardegna rurale e ancestrale, a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta, in cui le superstizioni, le credenze, i riti magici, convivono con l’avvento della televisione, con l’espandersi delle notizie via radio, con il diffondersi delle prime automobili. In questo scenario di colori e fragranze, di costumi e tradizioni, si dipana la storia di Annuccia Lai che, attraverso un frastagliato cammino nel mondo dei suoi coetanei e degli adulti, si troverà di fronte alla possibilità di varcare i confini dell’isola. E scoprirà, in un misto di stupore e desiderio, di chiamarsi semplicemente Anna: un conoscersi e riconoscersi che chiede di varcare anche il proprio confine interiore.