Un filosofo e un ergastolano si scrivono. Ne nasce un racconto di vite: di quella prigioniera dell’Assassino dei Sogni che non dà scampo, e di quella che pensiamo libera ma che pure può diventare prigione di qua dalle mura del carcere.
Ricca del fascino discreto della scrittura epistolare, una riflessione sulla carcerazione che diventa di-scorso amoroso e “dissequestrando parole” pronuncia sentieri di libertà.
Pagine che, quando tutto sembra perso e il buio sta per avere il sopravvento, diventano lezioni e iniezioni di vita, per l’ergastolano, per il filosofo, ma forse anche per tutti noi. Da leggere anche nelle scuole.