L’Auriga di Mozia. Il lungo chitone, l’alta fascia e l’aderente caschetto dimostrano, per il confronto di testi e moneti, che la statua rappresenta un auriga.
L’Auriga stava sul carro e reggeva con la destra probabilmente una fronda o una corona in onore del proprietario vittorioso. Le misure della statua sono state rilevate e confrontare con quelle di altre statue atletiche.
La ponderazione, il panneggio e il modellato, l’acconciatura e lo stile della testa cospirano a datare l’Auriga intorno al 470.
L’Auriga, trovato a Mozia, probabilmente proveniva da una delle città siceliotiche, in particolare le vittorie olimpiche, sono ben note per il periodo interessano, ne consegue che l’Auriga apparteneva a un momento ad Akragas per commemorare la vittoria con la quadriga riportata Theron, tiranno della città, nell’Olimpiade 76=476. La vittoria olimpica, come la II Istmica attesta, fu ottenuta con l’auriga.
Nikomachos e fu cantata da Akragas nella II e nella III Olimpica: L’Auriga di Mozio perciò rappresenta Nikomachos ed il monumento formava la controparte plastica dei due nobili epinici di Pindaro.