Scopo della presente opera è quello di rappresentare l’odierna frattura che si è venuta a creare tra il diritto e la scienza, campi umanistici e razionali assolutamente simmetrici, giacché la scienza sicuramente influenzò il diritto. Scienza e diritto dovranno quindi tornare agli antichi rigori e principi che improntarono la nascita del moderno diritto penale se si vorranno ottenere processi equanimi, valutando il soggetto umano prima che i fatti. La presente opera è suddivisa in una parte pratica, riguardante l’esame di alcuni casi giudiziari ove si è delineato l’evidente scollamento che si è venuto a creare tra scienza e diritto, e una parte teorica, che affronta invece i comparti scientifici deputati allo studio della mente criminale e conseguentemente l’aspetto connesso al soggetto attivo di reato. Chiudono l’opera alcune considerazioni sulla figura del Pubblico Ministero in Italia.