Con questo scritto non si vuole creare l’operatore visivo, o nel nostro caso l’artista-decoratore, ma orientarlo nell’intervenire con sensibilità cognitiva, stimolandolo attraverso l’analisi di esperienze diverse fatte nel campo dell’apprendimento visivo e di vari momenti percettivi dello spazio.
Si vuole segnalare ogni singolo momento che entrerà in stretto dialogo visivo con l’osservatore.
Dunque un impegno forte, carico di psicologia dell’ambiente, analisi della forma, della struttura e del colore e del ruolo importantissimo di quest’ultimo nel primo impatto percettivo.
Basti pensare al colore come significato, alla sua valenza terapeutica e alla sua profonda psicologia.
Tutti segnali, questi, che guidano l’artista decoratore alla comprensione del rapporto armonico che l’uomo ha con la decorazione, madre di tutte le arti visive, che si manifesta già agli albori della conoscenza, avvalendosi nel tempo di un codice complesso, sempre presente, che diventa formula via via più chiara e completa e comunque fondamentale per ogni operatore estetico.