In tutta la ricognizione umana virgiliana dall’elegiaco canto dei contadini, alla stupita nascita delle api dal teschio del toro, le anime che nascono dalla morte, da questa continua interrogazione sul dopo della vita, nell’orribile rito dell’invasamento della Sibilla, per recepire in sé il dio, nell’indiarsi, sintesi soteriologica della speranza umana, in tutta l’esperienza poetica ed esistenziale di Virgilio si sente questa bramosia di verifica oltre la morte, di scoprire il mistero che ci rende tanto fragili, ma pur sempre eccezionali in questo errare, come l’antico Odisseo, come il suo pius Aeneas.