L’ingegnere architetto Dino Tamburini (Trieste 1924-2011) è un protagonista dell’architettura triestina a partire dal secondo dopoguerra fino ai primi anni Duemila. Ha progettato edifici – le case a torre in via Conti con Roberto Costa (1952), gli ingressi alla spiaggia di Grado (1954), la chiesa di San Luigi a Chiadino (1955), il condominio in via Canova, (1956), la sede della Cassa di Risparmio di Trieste a Valmaura (1958-64), l’albergo Enalc a Sistiana, il complesso residenziale del Giardino (1974-1982), l’Istituto statale d’arte Nordio (1963-1976) e curato restauri tra cui il Teatro Verdi, l’ex Hotel de la Ville come sede della Banca Popolare di Novara, lo storico caffè Tommaseo, la sede dell’Adriaco. Ha partecipato a numerosi concorsi tra i quali quello per il centro storico di Trieste, occupandosi del recupero di edifici di Cittavecchia. La sua attività spazia oltre gli ambiti disciplinari dell’architettura, infatti disegna e dipinge, realizza con la sua casa editrice Iapidia libri e cataloghi, con artisti e poeti condivide progetti e sogni, è attivo partecipe della vita artistica triestina a partire dagli anni Sessanta. Il percorso umano e professionale di Dino Tamburini intreccia l’architettura in una visione globale che include anche la cultura artistica e figurativa della città, alla quale era profondamente legato.