Questo volume è stato pensato come una sintesi della letteratura sulle comunità artistiche e i gruppi sorti nell’ultimo ventennio del Novecento. I saggi trattano delle estetiche in tutta la loro estensione, sia che si manifestino sotto forma di artefatti (fotografia, celluloide, video, ipertestualità o installazioni digitali) sia dietro la veste di cinema, televisione, letteratura, musica, happening e arti plastiche. Il libro si basa sulla convinzione che l’opera d’arte è in via di totale trasformazione, come lo è persino la figura dell’autore. L’artifex è più vicino ad un esangue artigiano, che si allena ad eseguire un mandato progettuale e teorico ormai staccatosi dal contesto del singolo soggetto. A partire dalla nascita concettuale delle comunità, dell’arte reticolare ed a partecipazione generalizzata nel mondo del digitale, si può effettivamente essere mentori di una proliferazione di «post-arte», o addirittura di una pratica che viene dopo la grande crisi dell’arte del Novecento, ovvero una «non-arte». Il volume non rispecchia alcun modo tradizionale di fare critica, ma privilegiando la riflessione teorica si basa su materiali tratti da un’articolata gamma di specialità e discipline, «spingendo il lettore all’estraneo» dai confini sempre meno definiti della cultura artistica contemporanea.