Nel 1894 Gottlob Frege scrive una durissima recensione contro la Filosofia dell’aritmetica di Husserl del 1891, accusando il testo di contenere evidenti tracce di psicologismo. Ciò è dovuto principalmente all’utilizzo - da parte di Husserl - del termine “psicologia descrittiva”, e al tentativo di far scaturire il concetto di numero dall’astrazione ideante di una molteplicità, da lui chiamata “aggregato” (Inbegriff).
Il rischio individuato da Frege è che abbracciando l’idea psicologista, che vede il concetto di numero come ricavabile da mucchi di cose attraverso un mero procedimento mentale di astrazione, venga meno il concetto di oggettività, necessario per stabilire la verità o la falsità di qualsiasi giudizio, sia matematico che logico. Il presente volume si occupa di analizzare i motivi dell’accusa fregeana, restituendo un ritratto delle idee dei due pensatori utile a ricavarne differenze e analogie, con uno sguardo rivolto in particolare al rapporto tra senso, significato, verità e alla differenza di metodo che porterà alla nascita della divisione tra filosofi analitici e continentali.