Buongiorno anima bella che ti appresti a sfogliarmi, grazie in primis per avermi scelto. Sono un libro appena nato e mi sono prefissato due obiettivi: vorrei essere di stimolo a reagire ai dolori, anche a quelli più segnanti e vorrei fare la mia piccola parte nel diffondere informazioni attendibili su due fenomeni di attualità che devastano la nostra società: la violenza domestica e la dipendenza affettiva. L’autrice che mi ha scritto – unico nome non di fantasia che troverai – condividendo se stessa e la propria personale vicenda di trenta anni di violenza domestica, ha voluto farsi prova tangibile di come sia possibile prendersi cura delle ferite che, inevitabilmente, un’esperienza di questo genere lascia sul proprio (metaforico) corpo e di come sia possibile – se lo si vuole – evolvere e diventare un “Essere Umano lavorato e consapevole”. Oltre agli eventi traumatici subìti narro di come, attraverso lunghi anni di proficua psicoterapia, l’interessata sia riuscita a sradicare le insane logiche acquisite da un padre violento e una madre dipendente affettiva, proprio come l’imprinting di Konrad Lorentz. Do umili suggerimenti dettati da quanto Elena ha imparato durante gli incontri e nei suoi intensi anni di Vita e ragionamenti, dono me stesso non per egocentrismo – sia chiaro, che la mia autrice è anzi molto riservata – ma per essere testimonianza di un fenomeno che va urlato, gridato, sbandierato perché troppo spesso anticamera del femminicidio.