NdlDistribuzione – Il patto triumvirale tra Cesare, Pompeo e Crasso (60-53 a.C.): – dalla sua genesi politica ai suoi effetti sulla costituzione romana tardo-repubblicana
    
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copertina 9791221821598 Il patto triumvirale tra Cesare, Pompeo e Crasso (60-53 a.C.):

Il patto triumvirale tra Cesare, Pompeo e Crasso (60-53 a.C.):
dalla sua genesi politica ai suoi effetti sulla costituzione romana tardo-repubblicana

Autore:  Castrenze Minasola
Aracne, 2025
ISBN: 979-12-218-2159-8
Formato: 17 x 24
Pagine: 188
Intorno al 60 a.C., i tre più potenti uomini della Roma tardo–repubblicana, Caio Giulio Cesare, Gneo Pompeo e Marco Licinio Crasso, stringono un patto di reciproco sostegno, per non ostacolarsi a vicenda (cfr. Suet. Iul. 19.2) e così controllare occultamente le istituzioni repubblicane. Con un nuovo approccio ricostruttivo delle fonti e dei rapporti tra i triumviri, il presente lavoro mira ad evidenziare la rilevanza costituzionale del cd. I Triumvirato, tentando per questa via un “riscatto” dall’impostazione tradizionale che lo confina in una dimensione meramente politica. Dalla suddetta coalizione tra Cesare, Pompeo e Crasso si generò, quindi, quella che le fonti antiche chiamano societas potentiae (Vell. Pat. 2.44.1): una potente coalizione di forze politiche, militari e finanziarie, di cui i tre triumviri erano la massima espressione, che mise in “scacco” l’opposizione degli optimates e, per un settennio (60–53 a.C.), governò più o meno occultamente la repubblica romana a costituzione invariata (Plut. Caes. 13.4), cioè senza mutare, con esplicite riforme, le strutture costituzionali centrali. Fu sfruttando la perdurante rivalità tra Pompeo e Crasso, i due più potenti uomini della Roma tardo–repubblicana, che Cesare, al tempo meno ricco e meno potente di loro, con abile manovra politica, li conciliò in un’unica alleanza, “bilanciando” le loro forze e la loro rivalità a suo vantaggio e diventando “l’ago di tale bilancia”. Si evitò così una possibile nuova guerra civile tra Pompeo e Crasso, assicurando, altresì, una certa stabilità al sistema politico–costituzionale, tuttavia strettamente condizionata dai delicati equilibri personali tra i triumviri, in particolare quelli tra Pompeo e Crasso, che Cesare dovette di fatto ricomporre nuovamente a Lucca nel 56 a.C. Numerose leggi furono così varate in attuazione degli accordi triumvirali del 60 a.C. (leges Iuliae agrariae, lex Iulia de publicanis, lex Iulia de actis Gn. Pompei confirmandis, plebiscitum Vatinium de imperio C. Caesaris) e di quelli di Lucca del 56 a.C. (lex Trebonia de provinciis consularibus, lex Pompeia Licinia de provincia C. Iulii Caesaris). La morte di Crasso a Carre, nel 53 a.C., sciolse, però, definitivamente il I Triumvirato. L’iniustum bellum Parthicum fu, quindi, fatale sia per Crasso sia per la sopravvivenza del I Triumvirato, tuttavia, alcune idee di quella esperienza di governo probabilmente sopravvissero, lasciando traccia nella futura azione di riforma politico–costituzionale di Cesare.
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