Il presente elaborato ha come fine principale la redazione di un quadro sintetico circa l’evoluzione della normativa riguardante i “diritti di traffico aereo”: con tale espressione si fa riferimento ai diritti ad operare servizi aerei per il trasporto di passeggeri, merci e/o posta per scopi commerciali da uno Stato ad un altro, tradizionalmente disciplinati attraverso la stipulazione di cosiddetti “accordi bilaterali”; questi “disciplinano prevalentemente la determinazione degli scali, la capacità da offrire in termini di frequenza dei servizi e di tipologia degli aeromobili e la designazione del numero dei vettori ”. Tale regolamentazione può riguardare anche l’attività charteristica.
Il sistema appena descritto è diventato, negli anni, lo strumento principale di organizzazione del traffico aereo nel mondo: tuttavia è oggi considerato come fortemente protezionistico ed implica un intervento pubblico per programmare e determinare l’accesso al mercato da parte dei vettori aerei.
Per i Paesi membri dell’Unione Europea il quadro giuridico in tale materia si è andato con il tempo evolvendo verso una situazione che vede la profonda differenziazione tra i servizi aerei operati dentro il cielo “comunitario” e quelli resi all’esterno di suddetta zona : infatti, mentre per i diritti di traffico tra uno Stato membro ed uno extracomunitario sono ancora utilizzabili tali accordi bilaterali, all’interno dell’Unione si è giunti negli ultimi anni ad una completa liberalizzazione del mercato, che ha pertanto reso superflui tali strumenti.
A questa articolata situazione vanno poi aggiunti quelle negoziazioni bilaterali nei quali l’UE stessa è giunta alla stipulazione di accordi tra essa e un altro Stato extraeuropeo: si pensi a ciò che è avvenuto sia con gli USA attraverso il c.d. “Open Sky Plus” sia con il Canada.