La diffusione nell'uso di sostanze psicoattive negli ultimi dieci anni, soprattutto tra le fasce più giovani, ha assunto contorni imprecisi e difficili da sondare sia perché sono cambiate le sostanze diffuse, sia perché sono variate le modalità di assunzione, traghettando la sottocultura della droga dal limite tra “normalità-devianza” verso modelli di socializzazione più legati a spazi-tempi aggregativi-ricreativi che a spazi di isolamento ed emarginazione. Questa caratterizzazione del "consumo" condiziona la scarsa riprovazione sociale, la limitata percezione dei rischi connessi all’uso/abuso, una penetrazione più veloce nel tessuto giovanile, un arruolamento consistente di nuovi assuntori, un sistematizzarsi di vecchie e nuove abitudini assuntive, un’amplificazione della quota di abuso, una regressione dell’età di primo uso di sostanze, un approccio “funzionale" alle molecole chimiche, in particolar modo a quelle con caratteristiche stimolanti ed allucinogene.