In una società come la nostra, informatica e telematica, connotata da fattori che possono favorire l’isolamento, ma anche arricchita da tanti strumenti tecnologici che annullano distanze e facilitano incontri, ha ancora posto e peso l’amicizia? A partire da Aristotele, passando per san Tommaso, questa la mia duplice proposta: considerare l’amico un «custos animae» nella relazione tra l’io e il tu e la stessa amicizia come il modello cui ispirarsi in tutti i rapporti interumani personali, familiari e politici. L’amicizia, così difficile a definirsi, forse non è poi così difficile da vivere, magari ricordando un celebre aforisma di H.L. Bergson: “pensa da uomo d’azione e agisci da uomo di pensiero”».