Una storia triste che lacera nell’intimo è quella della famiglia del giovane Re Manfredi.
Egli, a seguito della sconfitta riportata a Benevento contro Carlo d’Angiò, morirà lasciando in balìa del loro destino, i figli in tenera età e la moglie Elena Ducas.
Il nemico Angioino, diventerà padrone del suo Regno, usurperà i suoi beni e rapirà il suo tesoro più grande: la sua famiglia.
Il re Carlo tenne prigionieri quei giovani discendenti celando al mondo intero la loro esistenza, pur di tenere quel Regno che spettava ai legittimi eredi.
Un nemico che si dimostrerà spietato e crudele, capace di infierire su delle anime innocenti grazie alla complicità di una Chiesa il cui unico interesse era sin dal principio la distruzione della dinastia Sveva, considerata da tempo nemica di Cristo.
Scese l’oblio su quelle giovani vite, lasciate a macerare la loro esistenza all’interno di quelle anguste prigioni.
Nessuno lamentò della loro sorte, anni di silenzio compiaciuto, che divennero secoli di storia oscura e su cui gravò il peso di quel silenzio motivato da una ragion di Stato contro cui nulla era possibile.
Due donne dopo moltissimi anni daranno finalmente voce a quei miseri fanciulli, squarciando con le loro grida di dolore quel silenzio mantenuto troppo a lungo.
Rapite in un vortice saranno partecipi delle loro angosce e delle loro sofferenze, conosceranno Manfredi come uomo, come padre e come valoroso combattente.
Verranno messe a nudo le sue gioie, la sua paura e la vulnerabilità che accompagna ogni essere umano.
Un lungo viaggio che condurrà il lettore ad una consapevolezza ed una conoscenza di un lato della storia ancora inesplorato: quello delle passioni umane.
