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copertina 9788862613859 Processo Eichmann I - Cinquanta chili d’oro

Processo Eichmann I - Cinquanta chili d’oro
Gli ebrei, i nazisti, gli italiani

Curatore:  Livio Crescenzi
Mattioli 1885, 2014
ISBN: 978-88-6261-385-9
Formato: 17 x 24
Pagine: 224
Area 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
Un affresco della sorte degli Ebrei italiani dopo l’introduzione delle leggi razziali fino all’ottobre 1943, con la razzia del ghetto di Roma, di cui quest'anno cade il settantesimo anniversario: "Quando i Tedeschi entrarono a Roma, pubblicarono un proclama per esigere cento chilogrammi d’oro. Allora non avrebbero messo in pericolo la vita degli abitanti, che sarebbero potuti rimanere sicuri nelle proprie case.
Fra mille difficoltà, gli Ebrei riuscirono a raccogliere i cento chili d’oro e li consegnarono alle autorità.
E credettero ai Tedeschi e rimasero nelle proprie case.
Tra loro c’era una donna che non era del tutto normale, un po' squilibrata di mente, che lavorava come domestica in casa di un funzionario della polizia italiana - forse su questo punto non sono molto precisa.
Un giorno, il suo datore di lavoro le disse di riferire ai suoi amici che durante la notte sarebbe accaduto qualcosa, ed era necessario che loro lo sapessero.
La donna andò nel ghetto e riferì quello che le era stato detto, ma non le credettero perché non era del tutto normale. Solo due o tre famiglie pensarono che forse bisognava crederle e fuggirono.
Gli altri rimasero tutti. Quella notte i Tedeschi circondarono l’intero quartiere, e poi andarono di casa in asa e catturarono uomini, donne, bambini e anziani.
"Lo scarno racconto reso nell’aula del tribunale dalla testimone italiana narra di gesti di meschina nefandezza e di audace solidarietà, luci e ombre sul comportamento dei suoi, nostri connazionali...A seguire, un documento, fin qui sfuggito all’interesse degli storici: la testimonianza di Herbert Kappler.
Ufficiale delle SS e comandante della Gestapo di Roma, condannato da un tribunale italiano per la strage delle Fosse Ardeatine, viene citato come testimone della Difesa nell’ambito del processo.
Nel 1961, detenuto nel carcere di Gaeta, viene ascoltato come teste su richiesta della Corte israeliana.
Il cuore della deposizione riguarda proprio l’azione nel Ghetto di Roma.
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