Le preziose ville e gli antichi fasti della riviera del Brenta rivivono, nella memoria di un bambino degli anni Trenta, come sfondo appena visibile, lontano e perduto, della realtà dura e faticosa, nelle campagne intorno a Venezia. Gino, figlio di un operaio della Mira Lanza, ricorda, in un affresco nitido ed ironico, i genitori, i parenti, i vicini di casa, la cooperativa Mirese, il Cantiere Navale Breda di Porto Marghera, i “coloriti” giochi di strada con i suoi compagni di vita e di scuola, i loro desideri, le loro speranze, vissuti tra il Ventennio fascista e la fine della Seconda guerra mondiale. Le difficoltà di ogni genere e le paure dei bombardamenti, dei Tedeschi, il sacrificio dei Sette Martiri e la Liberazione, acquistano, nel generale sentimento della ritrovata gioia di vivere, la densa consapevolezza di momenti fondamentali di crescita anche personale, verso un futuro tutto da inventare, da scoprire ed offrire al lettore come preziosa testimonianza di speranza.