La biblioteca civica era stata, negli anni fino alla guerra, una tipica piccola biblioteca di provincia. Frequentata da pochi specialisti di erudizione locale, gelosa e chiusa di fronte al gran pubblico: imperava insomma la conservatrice mentalità tradizionale, che purtroppo ancor oggi resiste in alcune biblioteche italiane. Bisognava invece adoprarsi in ogni modo per fare della biblioteca un centro attivo di diffusione culturale e di educazione alla lettura. Ma questo non era ancora sufficiente: una parte assai larga dei 37940 cittadini del comune rimaneva ancora estranea alla vita della biblioteca, specialmente nei ceti operai, artigiani e contadini. Questi potenziali lettori andavano cercati, avvicinati, educati con letture, presentazioni, recensioni. Ma non è tutto: restano i piccoli agglomerati rurali, le fattorie, le case coloniche. Ebbene, anche queste verranno raggiunte con un mezzo radicalmente nuovo, il bibliobus.